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[1] Professore del Dipartimento “Francesco Arnaldi” dell’Università Statale “Federico II” di Napoli, Commendatore di Grazia Magistrale dell’Ordine.
[2] Con San Benedetto di Montecassino, Cirillo e Metodio sono stati proclamati compatroni d’Europa da papa Giovanni Paolo II.
[3] Essendogli prematuramente morta la prima moglie Cristina Johansdotter (1295) senza dargli prole.
[4] Noto per le sue Profezie sui Romani Pontefici che molto hanno fatto discutere, tanto appaiono, il più delle volte, convincenti sull’identità del papa futuro, che, con poche parole in latino, viene di volta in volta presentato.
[5] Il pellegrinaggio a Santiago (San Giacomo) di Compostella in Galizia era uno dei doveri più sentiti dai buoni credenti del Medioevo. San Giacomo il Maggiore (morto attorno al 44), figlio di Zebedeo e fratello di Giovanni, fu testimone della Trasfigurazione. Morì, come raccontano gli Atti degli Apostoli (12, 2), per mano di Erode Agrippa. Secondo un’antica tradizione, avrebbe predicato il Vangelo in Spagna e sarebbe stato ivi seppellito. La prima tradizione risale al VII secolo, la seconda almeno al IX. Fatto sta che il suo santuario era visitato ogni anno da migliaia di pellegrini, che tornavano alle loro case con un tipico cappello e una conchiglia, che li contraddistinguevano. Per facilitare il pellegrinaggio, che si compiva rigorosamente a piedi, lungo la strada per Compostela sorgevano monasteri e locande atti a rifocillare i fedeli.
[6] Parla al traduttore.
[7] Revelationes extravagantes, una appendice agli otto libri delle Revelationes.
[8] 1308-1377. In quel periodo i papi risedettero ad Avignone, praticamente succubi dei re di Francia. Avignone fu feudo papale fino al 1791, quando fu annessa dalla Francia.
[9] Dopo il regno del nonno Roberto d’Angiò, Giovanna sedette sul trono dal 1343 al 1381. Nel 1348 si dovette rifugiare in Provenza, perché il regno era stato invaso dal cognato Luigi d’Ungheria, pretendente al trono di Napoli. Recuperato il regno, vi fu la contesa fra l’antipapa Clemente VII e il legittimo papa Urbano VI. Avendo la regina appoggiato l’antipapa, Urbano VI la scomunicò (1380) e infeudò in sua vece Carlo di Durazzo. Fu detronizzata così nel 1381 e fatta uccidere nel 1382. Sulla base della cosiddetta donazione di Costantino, i papi consideravano il Meridione feudo della Chiesa e si attribuivano la facoltà di concederne l’amministrazione a chi fosse a loro più ‘devoto’. Devozione politico-militare, più che spirituale.
[10] Secondo alcuni, si allude al fatto che la regina aveva concesso alla Chiesa la città di Avignone per soli 80.000 fiorini. Quindi, più che di una cessione, si era trattato di una elargizione.
[11] Famiglia di crociati francesi del Poitou, i Lusingano ottennero la sovranità di Gerusalemme nel 1186 con il re Guido. Fallita la III Crociata, Guido perse la corona (1192) ma ottenne il regno di Cipro, che fu tenuto dalla famiglia fino al XV secolo.
[12]Contro la tradizione che vuole assunti in Cielo anche i profeti Henock, Elia e San Giovanni Apostolo.
[13] Passata poi alla storia perché legata ai primi eventi della caduta del comunismo: lì si radunavano spesso gli iscritti al sindacato “Solidarnoshc”, per le prime riunioni di protesta contro il predominio sovietico che affamava la Polonia.
[14] Lo Scisma d’Occidente durò dal 1378 al 1417. Contrappose il Papato di Roma (appoggiato da Sacro Romano Impero, regno d’Inghilterra e paesi scandinavi) a quello di Avignone (sostenuto da Carlo V, re di Francia, e dai regni di Scozia e Aragona, con la Lorena). Nel 1409 il Concilio di Pisa addirittura nominò un terzo papa. Solo nel 1417, con l’elezione di Martino V, si riebbe l’unità cattolica.
[15] Per cancellare il ricordo di questo antipapa, al secolo Baldassarre Coscia o Cossa, napoletano, il cardinale Angelo Roncalli ne assunse il nome, all’atto della sua elezione.
[16] Il successore dell’antipapa Clemente VII.
[17] Costruito nel 1585 da Giovanni d’Avalos, sul posto di una cappella del V secolo. Si è arricchito di dipinti di Massimo Stanzione, Angelo Mozzillo, Giovanni Angelo D’Amato ed altri.
[18] I Portaspada, dal bianco mantello, avevano come simbolo la croce templare rossa ottagonale con l’aggiunta di una spada rossa.
[19] Allusione al Cristo dell’ Apocalisse giovannea, che appare come un cavaliere dal cavallo bianco, il quale, alla fine dei tempi, vince l’Anticristo.
[20] Basata a sua volta (vedi oltre) su due trattati tuttora irreperibili.
[21] Nel testo si legge Reina, che è da intendere “di regia stirpe” o “di regia parentela”.
[22] Siti : www.sbn.it; www.reteurbs.org ; www.vaticanlibrary.va .
[23] Alcuni storici della cavalleria lo citano come Antonius Hianus.
[24] Fu nipote di Giacomo Bosio, storico dell’Ordine di Malta.
[25] La sua biblioteca era dotata di una copia delle Revelationes e di una copia della trattazione di Magnus Olaus sui popoli del Nord.
[26] Correggere:1366.
[27] “Eretici”, li chiama il Mendo. In altri trattati (vedi oltre) si parla di Ariani: gli autori, dato che i Goti erano stati convertiti all’eresia ariana dal vescovo Ulfila (o Wulfila), chiamano Ariani anche gli Svedesi, essendo essi, all’origine, affini ai Goti.
[28] Dall’XI secolo il titolo dei re di Svezia era Rex Suecorum, Gothorum et Vandalorum, a voler sottolineare la stretta affinità fra i tre popoli.
[29] Correggere: 1366.
[30] Raffaele Maffei (1451-1522), detto Volateranus, autore di opere religiose.
[31] Regina, nel testo.
[32] I Dodici Apostoli più San Paolo.
[33] Esaminata la vicenda dei Templari e la loro condanna, così si espresse: <
[34] Nato nel 1773, Luigi Filippo fu proclamato re dalla rivoluzione del 1830, che esautorò Carlo X, erede di Luigi XVIII che aveva restaurato la monarchia borbonica dopo la caduta di Napoleone. Già nel 1789 Luigi Filippo si era schierato per la Rivoluzione e la sua ascesa al trono fu promossa dai liberali che volevano un sovrano aperto e più democratico dei Borbone. Difensore degli interessi della grande borghesia, fu esautorato dalla rivoluzione del 1848.
[35] 795-855, figlio di Ludovico il Pio.
[36] 980-1002. Quest’imperatore portò a Roma la sede dell’Impero romano-germanico per agire di concerto col papa Silvestro II, volendo restaurare l’antico Impero romano.
[37] Da identificare sicuramente con Michele Voislovic (1051-1081), principe di Dioclea, re di Raska dal 1077. Fu il secondo principe di Dioclea dello stato degli Slavoni di Serbia, successore di Stefano Vojislav (1042-1051).
[38] Successivamente la Serbia costituì un Ordine tradizionale, il Costantiniano di Santo Stefano, che è una delle branche del Costantiniano originario, Ordine che affonda le sue radici nelle Scholae Palatinae di Costantino il Grande. Quest’Ordine fu di collazione della casata Capone Nemagna Paleologo dal XIV al XX secolo.
[39] Vedi oltre, al § IV.
[40] Per i genealogisti è importante elemento di valutazione, per determinare la discendenza di una casata da un’altra più antica omonima come cognome, il ricorrere dei nomi di battesimo. Così, per la dinastia Abbate, è ricorrente il nome di Manfredo/Manfredi, che abbiamo trovato già tre volte nella genealogia data da Guasco.
[41] Figlio e successore di Filippo IV, ultimo degli Asburgo di Spagna.
[42] Propaggine dei despoti bizantini d’Epiro: un loro discendente fu fra i Priori dell’Ordine; vedi oltre
[43] Lett.: “primo portatore di spada”.
[44] Varanghi o Vareghi erano, per gli imperatori bizantini, i membri di un corpo d’élite della Guardia Imperiale, scelti fra gli Svedesi di Russia. Il titolo vale dunque” Guardia scelta” o “Guardia del corpo” del Gran Maestro.
[45] Re Ferdinando II, constatato con soddisfazione il fallimento della I Guerra d’Indipendenza, persa da Carlo Alberto, represse il movimento liberale facendone arrestare i capi e organizzando una campagna contro gli insorti di Sicilia. Fece bombardare Messina dalla sua flotta, per cui i siciliani lo soprannominarono “re bomba”.
[46] Casata le cui gesta furono narrate da un anonimo rimatore, in greco volgare medievale, in 4000 versi, la Cronaca dei Tocco, che spazia dal XIV al XV secolo. Fu pubblicata per il “Corpus Fontium Historiae Byzantinae”, dal compianto prof. Giuseppe Schirò, ordinario di Filologia e storia bizantina dell’Università di Roma. Questa famiglia non va confusa coi Tocco d’origine capuana.
[47] Divisa in vari rami, la casata Pignatelli ha tuttora la sua discendenza in Napoli, Roma, Campobasso, Sicilia. I Pignatelli Aragona Cortés sono Principi del Sacro Romano Impero.
[48] Si tratta di Gaspare Pietro Angelo Comneno, discendente degli Angelo Comneno despoti di Epiro. La casata è rappresentata tuttora dai principi Alessio e Manuele Ferrari Angelo Comneno.
[49] Discendenti della Gens Rufa romana, i Ruffo hanno avuto il loro maggiore rappresentante nel cardinale Fabrizio Ruffo di Calabria, capo dell’esercito della “Santa Fede”.
[50] Famiglia di cui si ha notizia fin dall’epoca dei Normanni. Rinomata nel Meridione, fu divisa in varie linee. Tuttora vive il ramo dei Coppola di Canzano, conti di Sarno.
[51] Casata anch’essa divisa in varie linee: Carrafa d’Andria, di Colubraro, di Nocera, di Policastro, di Roccella, di Santa Severina, di Stigliano.
[52] Non si hanno ulteriori notizie di questa famiglia.
[53] Dovrebbe trattarsi dei de Angelis marchesi di Trentenara.
[54] Famiglia di origine antichissima (IX secolo), nota per l’ammiraglio Francesco Caracciolo che aderì alla Rivoluzione del 1799. Vari sono i rami: Caracciolo Rossi, Pisquizi, del Leone, di Feroleto.
[55] E’ tradizione che la famiglia discenda da un Marino (X secolo), i sui discendenti furono detti “Filii Marini”.
[56] Al seguito di Roberto il Guiscardo venne in Italia nel 1045 un cavalier Turgisio di Normandia, il quale ottenne la contea di Sanseverino. Furono principi di Salerno.
[57] Come i de Angelis di Trentenara sopra citati, i de Angelis dei vari rami ebbero comune origine a Trani col titolo di patrizi.
[58] Nobile famiglia che è tuttora rappresentata (Alliata di Saponara dei principi di Villafranca e Montereale).
[59] Discendente da Giacomo Colonna, che nel 1646 ottenne il titolo di marchese di Altavilla Silentina.
[60] Originaria di Bologna, la famiglia passò in Sicilia nel 1304. I Beccadelli furono anche principi di Camporeale.
[61] Titolo dei Beccadelli di Bologna, ramo siciliano.
[62] Antichissima famiglia di Tropea (nobili patrizi); i Galluppi furono baroni di Cirella e baroni di Pancaldo. Residenza: Napoli e Messina.
[63] Vedi nota precedente.
[64] D’origine ispano-catalana, la illustre famiglia ebbe due rami, quello di Paternò e quello di Monforte; dai due rami si distaccarono a loro volta altri rami, fra i quali quello dei baroni di Calvaruso.
[65] Titoli dei membri della famiglia Ventimiglia, che, fra l’altro, furono marchesi di Geraci e principi di Castelbuono.
[66] Famiglia siciliana, i Palizzolo Gravina, baroni di Ramione, ebbero un eminente rappresentante nell’araldista Vincenzo.
[67] Così detti perché avevano il diritto di portare la spada sguainata davanti al sovrano, gli Spadafora sono attestati dal 1230. Furono divisi in due rami principali: principi di Maletto e Venetico, e duchi di San Pietro.
[68] Titolo portato dai duchi di San Pietro; vedi nota precedente.
[69] Probabilmente de Raho o Raho: famiglia originaria di Lecce, feudataria da antica data, residente a Napoli e Lecce.
[70] Statela, nobile famiglia siciliana. Furono titolari di tre principati, un marchesato e almeno 18 baronie.
[71] Originaria di Firenze, la famiglia Cavalcante fu suddivisa in due rami: di Verbicaro e di Buonvicino. Entrambe le linee risedettero in Napoli.
[72] La famiglia Bisogni, già Fisogni, originaria di Brescia, fu riconosciuta da Carlo V di antica nobiltà. Residenza: Napoli.
[73] La famiglia Capograssi, originaria di Salerno, aggregata al patriziato salernitano, fu feudataria in Sulmona.
[74] I Brancaccio, di antica nobiltà, ebbero la signoria dell’isola di Nixaro in Grecia. Ne esistevano due rami: di Ruffano e di Triggiano.
[75] Famiglia tuttora attestata in varie città italiane, specie a Potenza. Molti dei Viceconte vivono tuttora fuori Italia, in Argentina e Spagna.
[76] Non si hanno ulteriori notizie. La famiglia è tuttora attestata in quel di Roma.
[77] De Luciis, o De Lucio, o De Lutiis, nobili di Rutigliano.
[78] Antica famiglia feudataria di San Severino, ebbe il titolo ducale. Residenza: Napoli.
[79] Nobile famiglia veneta, che tenne la signoria di Treviso dal 1158 al 1245, quando la città fu occupata dal famoso tiranno Ezzelino III da Romano.
[80] La famiglia Tortella fu d’origine napoletana, e tenne vari feudi. Meno probabile che si tratti dei Torella o Torello, originari di Buccino (Salerno), baroni di Romagnano.
[81] Liguoro o de Liguoro, patrizi napoletani, decorati del titolo ducale, furono anche baroni murattiani. Residenza: Napoli.
[82] Famiglia d’origine normanna (o, secondo altri, francese), fu suddivisa nei rami di Arianello, di Satriano, e di Candida Gonzaga. Residenza: Napoli.
[83] Non vi sono notizie di questa famiglia, se non dagl’inizi del Novecento.
[84] Famiglia originaria della Catalogna, venne a Modugno nel Seicento. Famoso il suo palazzo, detto anche palazzo Colavecchio.
[85] Famiglia antica, già citata nel 1442 in un atto di Cassago (Mantova), nella persona di Iohaninus de Madio.
[86] I De Angelis di Altamura possedettero un famoso palazzo a Bari, in stile romanico-barocco. Non sembrano imparentati coi De Angelis e coi De Angelis Effrem di Napoli.
[87] Famiglia tuttora ben rappresentata in Calabria.
[88] Così il Bisogni. Il Fenicia invece parla di una cappella romita del SS. Salvatore.
[89] In seguito vi fu un unico Gran Priore, un ecclesiastico, cui fu demandata la direzione spirituale dell’Ordine.
[90] Originariamente in latino; trad. dello scrivente.
[91] Istituito nel 1738 da Carlo III, fu Ordine supremo del Regno, accogliendo Cavalieri di Giustizia (quattro quarti di nobiltà) e Cavalieri di Grazia.
[92] Diploma riconosciuto autentico, come vedremo, con Sentenza della Pretura di Napoli del 10 marzo 1947.
[93] Assente in quanto impegnato al Congresso di Berlino, dove i delegati delle potenze europee stavano a discutere del riassetto della penisola balcanica dopo il ritiro dei Turchi e il Trattato di Santo Stefano. I Capone, discendenti dei principi del Kaponik, della stirpe dei Nemanja Paleologo, imperatori e re dei Serbi e degli Elleni, erano casa sovrana ex regnante a tutti gli effetti. Fuggiti all’arrivo dei Turchi in Serbia, erano passati a San Cesario di Lecce, e poi a Napoli, dove morì (1948) il principe don Nicola Capone Nemanja Paleologo, ultimo discendente in linea diretta.
[94] Diploma dichiarato autentico dalla già citata Sentenza della Pretura di Napoli.
[95] Con la riforma del 1905, voluta da San Pio X e realizzata dal cardinale Macchi, la Santa Sede ristrutturò gli Ordini (Supremo del Cristo, Ordine Piano, San Gregorio Magno, San Silvestro Papa).
[96] Oltre a quelli di vecchia data (Santi Maurizio e Lazzaro, SS. Annunziata) si aggiunsero l’Ordine Militare di Savoia, l’Ordine della Corona d’Italia, l’Ordine Coloniale della Stella d’Italia, e le decorazioni premiali tipo la Medaglia al Merito Agricolo e Industriale.
[97] Nel 1941, A. Cerreto, nel suo repertorio, inserì fra le decorazioni di nessun valore quelle concesse dai Borbone (Costantiniano di San Giorgio, San Gennaro, San Ferdinando), dai granduchi di Toscana (Santo Stefano, San Giuseppe, Croce Bianca), ecc.
[98] Presso il notaio Attilio Marino, iscritto presso il Collegio Notarile del Distretto di Napoli (Castellammare di Stabia, addì 30 maggio 1929). Istrumento conservato, assieme ai documenti, nell’archivio di famiglia.
[99] Sarebbe stato pubblicato nel 1950; vedi Bibliografia.
[100] Oltre Gaeta, anche Messina, dove era asserragliato il maresciallo di campo Pergola, e la fortezza di Civitella del Tronto.
[101] Diploma originale conservato nell’archivio di famiglia.
[102] Essendo Luogotenente del Regno Umberto di Savoia, principe di Piemonte.
[103] Diploma originale conservato nell’archivio di famiglia.
[104] Per una più ampia informazione sulle personalità della Chiesa Cattolica nell’Ordine rinvio al mio sito: www.famigliaromano.it (rubrica “Divagazioni di storia degli Ordini cavallereschi”, § 6).
[105] La più volte citata legge che veniva a regolamentare, in modo ambiguo e discutibile, la materia delle decorazioni cavalleresche. Erano per legge vietate quelle conferite da <
[106] Ad es. << che l’Ordine attuale sia da considerare una continuazione di quello creato dalla Regina di Svezia è da escludere, per la considerazione che non poteva certo la detta Regina, santificata dopo la sua morte, intestare l’Ordine al suo nome di santa e per altro si riconosce che quell’Ordine era intitolato soltanto al SS. Salvatore>> (!).
[107] A malgrado di una Sentenza favorevole della stessa Pretura di Roma in data 9 aprile 1953 (!).
[108] Per inciso, ricordo che il Conte Vincenzo junior aveva finanziato, a sue spese, l’Orfanotrofio Antoniano di Casavatore.
[109] Sovrano Militare Ordine di Malta (SMOM).
[110] Mi permetto ancora di rinviare al § 6 delle mie “Divagazioni di storia degli Ordini cavallereschi” (sito: www.famigliaromano.it ).
[111] In un paese politicamente arretrato Peròn incrementò il potere dei lavoratori con la sua potente organizzazione sindacale “Confederazione Generale del Lavoro”. Egli definì la sua corrente politica, il Giustizialismo, come <
[112] Morirà poi in esilio a Madrid nel 2001.
[113] Ancora prima, lo Statuto era stato modificato nel 1956 e nel 1948.
[114] Ultimo discendente, in linea diretta, di quel Teodoro del Kaponik, della stirpe dei Nemanja Paleologo di Serbia, che era emigrato in Italia nel 1460. Le prerogative del principe Capone erano state peraltro riconosciute dal Tribunale di Napoli con sentenze del 10 e 20 giugno 1912.
[115] Non saprei dire se questa famiglia Costantini sia la stessa che il genealogista Gino Guarnieri, nella sua monografia sugli Angelo Comneno, dice imparentata coi De Angelis, De Angelis Effrem e D’Angelo (residenza: Palermo e Napoli).
[116] Mi permetto ancora di rinviare il lettore al § 6 delle mie “Divagazioni di storia degli Ordini cavallereschi” (www.famigliaromano.it ).
[117] Fra le quali degne di nota furono le sovvenzioni al Preseminario Interdiocesano di Parete (Caserta); all’ Istituto “Oasi di Santa Rita” di Frascati (Roma), all’Istituto Antoniano di Casavatore (Napoli); alla “ Piccola casetta di Nazareth” di Lago Patria (Napoli); all’orfanotrofio “Maria SS. Immacolata” di Napoli.
[118] Composto, come da Statuto, da: Luogotenente Generale (de Jure,il figlio del Gran Maestro e della Consorte N.D. Laura Mancinelli, il conte Luca Giuseppe Abbate), Gran Referendario, Gran Cancelliere, Gran Giudice, Gran Priore, Gran Tesoriere, Gran Cerimoniere, Maestro Generale dei Novizi, Gran Gonfaloniere, Gran Segretario.
[119] Della quale è parroco l’attivo P. Raffaele Tosto, dei Padri Leonardini, commendatore e Cappellano per la Luogotenenza d’Italia dell’Ordine.
[120] http://omsantabrigida-puglia.org .
[121] Iscrizione che si trova nella basilica di San Paolo a Roma, sotto il Crocifisso, dove la Santa era solita raccogliersi in preghiera.
[122] Le opere maggiormente significative sono state già citate nel testo.
[123] Proclamazione di S. Brigida, S. Caterina di Siena e S. Edith Stein a compatrone d’Europa.