L’INVESTITURA D’UN CAVALIERE E IL SUO MISTICO RITUALE
– Il “Pontificale” per l’Investitura degli antichi Cavalieri
– La preghiera e la cerimonia, l’Investitura secondo il cerimoniale dettato dal Signore a Santa Brigida
– Le due “preghiere “ quotidiane del Cavaliere Brigidino
– Simbologia della sua armatura cavalleresca: spada a due tagli, cintura, elmo, scudo
– Rituale scritto in cielo
(articolo tratto dalla rivista “Ordine di Santa Brigida di Svezia”, luglio-agosto 1948, firmato dal Liturgista dell’Ordine)
Nell’età bella della fede alleata a forza e insieme a gentilezza – quando fioriva la Cavalleria, tanto per intenderci, l’istessa che noi oggi stiamo ricostruendo tra l’élite del nostro popolo cristiano il quale, d’istinto, sente la cavalleria come uno spronante ideale umano e di cristiano perfezionamento a tutta raffinatezza della propria personalità – la Liturgia della Chiesa ha creato un apposito rituale, ch’era detto né più né meno che “Pontificale”, quale Formula del tutto solenne con la quale il Vescovo gli presentava la spada che il Cavaliere doveva usare secondo ogni esigenza di Fede e di Giustizia.
Ecco la “ Formula di benedizione “ che allora il Cavaliere riceveva sulla propria spada:
“ O Santissimo Signore, Padre onnipotente, Dio eterno, che da solo ordinate e disponete tutte le cose, che per reprimere la malizia dei perversi e proteggere la giustizia avete permesso, con Vostra salutare disposizione, l’uso della spada agli uomini sulla terra e voluto l’istituzione dell’Ordine Militare per la protezione del popolo; o Voi che, per il Beato Giovanni, avete fatto dire ai soldati che vennero a trovarlo nel deserto di non molestare nessuno, ma d’accontentarsi della paga avuta, imploriamo umilmente la Vostra clemenza, o Signore; siete Voi che faceste trionfare il Vostro servo Davide su Goliath e Giuda Macabeo sulle nazioni che non Vi invocavano; ora accordate similmente la forza e l’audacia nella difesa della Fede e della Giustizia al Vostro servitore che curva qua il capo sotto il giogo della Milizia; accordategli un aumento di fede, di speranza, di carità; dategli insieme e il Vostro timore e il Vostro amore, l’umiltà, la perseveranza, l’obbedienza, la pazienza; disponete in lui tutto così bene, che egli non ferisca nessuno ingiustamente né con questa spada, né con altra, ma che egli se ne serva per difendere tutto ciò che è giusto ed equo”.
Il Vescovo, al momento solenne della consegna della spada al neo Cavaliere, pronunciava queste parole: “ Ricevi questa spada in nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo e servitene per la tua difesa e per quella della santa Chiesa di Dio, e per confusione dei nemici della Croce di Gesù Cristo e della fede Cristiana, e e per quanto lo permetta la fragilità umana, non ferire alcuno ingiustamente”.
Il neo cavaliere che ascoltava tutto ciò in ginocchio, si levava a queste parole, sguainava la spada, la brandiva, poi l’asciugava sotto il braccio sinistro e la rimetteva nel fodero:
Allora il Cavaliere ordinatore gli dava il bacio della pace dicendo: “ la pace sia conte te!”
Poi con la spada nuda nella mano destra lo batteva dolcemente tre volte sulle spalle dicendo una sola volta: “ sii un guerriero pacifico, valente, fedele!”-
Mentre i Cavalieri che assistevano alla cerimonia gli mettevano gli speroni, il Vescovo diceva la seguente formula: “ Tu che sorpassi in bellezza i figli degli uomini, cingiti la spada al fianco, valente guerriero!”.
Allora gli si portava ancora lo scudo e la lancia, gli si conduceva il suo destriero e da quel momento egli poteva iniziare quella vita di gloria, di devozione, di combattimento, a cui tanto aveva agognato nei lunghi anni di servizio in qualità di paggio.
Quel Cavaliere che oggi svolge le pagine della edizione latina delle “opere della Santa, al volume II, capitolo XIII, oppure chi sfiora le eburnee pagine del Codice pergamenaceo ( A5a, A44) che gelosamente conservasi nella R. Biblioteca di Stoccolma o- se anche vuolsi – se ricerca l’antichissimo manoscritto norvegese di Skokloster, trasalisce di commozione nel seguire le varie fasi del suggestivo cerimoniale d’Investitura Cavalleresca che, al solito ispirata, l’eroica brigida ha tracciato ai Cavalieri suoi, creature del suo grande cuore di cattolica militante.
Comesi sa, Brigida ha paolinamente intesa la Cavalleria come una “Milizia dello spirito” (Miles spiritualis) e come l’ingaggiamento in una battaglia di elevazione ad un vertice ideale.
La novità del Rituale cavalleresco, o del “Pontificale” di santa brigida sta nel fatto che è Cristo in persona che ad essa ha suggerito il suo Cerimoniale d’Investitura il quale, per tale circostanza, misticamente assurge ad una realtà che ha del celestiale. Per esso, il Cavaliere è ammaestrato a “ non confidare nelle proprie forze” e ad armarsi di “armi di luce” come la spada di un Cherubino.
Il Cerimoniale principia con due suggestive Preghiere dettate dal Signore stesso, le quali il neo cavaliere “ogni giorno” deve ripetere nello slancio di chi, pur cadendo, anela ad una rinnovata purificazione. Ecco la prima, che qui traduciamo dal latino:
“ Signore Dio Onnipotente che tutti guidi al bene, io, peccatore, da te già allontanatomi per le mie miserie, ti ringrazio perché mi hai riportato sul retto sentiero. Ti prego dunque, Gesù tutto pietà, ch’abbi pietà di me, o Tu che, in sangue ed in dolori, sei stato assetato sulla Croce. Ti prego per le cinque tue Piaghe e pel dolore che, dalle vene aperte al Cuore, di degnarTi di conservarmi oggi nell’incorrere nel peccato e se ciò m’accadesse, darmi la forza di reagire e risorgere virilmente!”.
La seconda Preghiera d’un Cavaliere così ne invoca la Perseveranza nel Bene:
“ Signore Iddio, cui nulla è impossibile e che tutto puoi, dammi il vigore per compiere azioni di bene e ne bene perseverare!”.
Il cerimoniale, nel linguaggio stesso della Santa “Cavaliera”, così prosegue, in uno splendore di mistico linguaggio:
“ Poscia ( il candidato Cavaliere) impugni la spada, simbolo della pura confessione, la quale deve essere brunita e scintillante; brunita, s’è detto, a mezzo di una diligente ricerca della propria coscienza circa il mondo, il numero, il luogo ed il movente del male compiuto; scintillante, s’è pure detto, in modo che nulla taccia per vergogna, né diversamente descriva il proprio fallire.
Questa spada, poi, deve avere due tagli affilati, e per questo s’intende che ci sia volontà di non più peccare e d’emendarsi dei trascorsi.
La punta di questa Spada è la Contrizione che uccide il Tentatore, l’impugnatura della Spada è emblema di quella Misericordia divina chè tanto grande che chiunque l’ottiene, purchè voglia correggersi. Occorre, inoltre, che il pomo sostenga la spada chè essa non cada di mano: il che lo fa considerazione della giustizia equanime di Dio.
Cintura d’un perfetto Cavaliere è l’astinenza e com’essa risulta di parecchi anelli, del pari l’astinenza è fatta di parecchie virtù, cioè il controllo degli occhi e degli altri sensi ed il dominio della propria gola, il freno dal lusso, dagli abiti superflui e da quante cose San benedetto ha vietate. Niuno, può invero, cingere questa cintura senza l’aiuto di un altro: è Maria Vergine, la Madre di Dio, che dev’essere invocata ed onorata, chè in Essa ci sono tutti i mezzi di vita e tutti i tipi delle virtù.
L’Elmo è la Speranza perfetta: esso ha due fori per i quali il Milite guarda, e simboleggiano ciò che può compiere oppure omettere. Questo è ciò ch’egli, sperante in Dio, deve fare od omettere.
Infine, suo saldo Scudo è la Pazienza la quale gli fa lietamente sostenere quanto gli succede”.
Fin qui l’esegesi dell’armatura cavalleresca che Santa Brigida ha fatto.
Nessun altro Ordine Cavalleresco, al pari di quello di Santa Brigida, ha avuto una più autorevole interpretazione mistica dell’insegna che lo onora e che lo caratterizza: E’ una specie di Rituale scritto in Cielo e comunicato alla “Mistica del Nord” per bocca del re Celeste del quale i Cavalieri, nella simbologia del Medioevo, reputavansi i “Baroni”. La fantasia corre alle solenni Investiture di cavalieri, quali in antico campavansi sotto le volte d’un tempio brigidino, a Vadstena, in Svezia, sulle rive sognanti del Vettern, oppure a “Valle di Grazia” (Nädendaa), in Finlandia, o a Lublino o ad Altomǜnster, in Baviera.
Epoca d’eroismo e di grandezza quella!
Gli “ Araldi d’arma” incitavano, allora, il neo Cavaliere ai sensi d’elevatezza e di primato nel bene, e, a spronarlo, gli gridavano “ Ricordati di chi tu sei figlio e non tralignare!”
Nel suo fervore incandescente, Brigida s’è levata ben più in alto nel suo traguardo e nel suo incitamento ai suoi Cavaliere, fin quasi a sublimarli. C’è, infatti, una sua visione nella quale la Santa, in estasi, ha udito una voce che in tutta armonia, ha squillato nitidamente intorno chiedendo:
“ Padre e Signore mio, chi è mai il Milite il quale s’è legato alle Vostre Volontà e le ha perfettamente eseguite?”.
E la Risposta venne da parte di Dio stesso, e fu un riso dell’Universo:
“E’ uno il quale s’è allineato con Me !”.